"La pittura è una cerimonia che si celebra in solitudine" Alain (filosofo) °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
" DIPINGERE E' AMARE ANCORA " Henry Miller
Qui ho sperimentato su legno l'uso della spatola con
l'olio , dopo avere precedentemente un paio di mani di fondo acrilico che una
volta asciutto ho dipinto con con qualche pennellata di colore acrilico molto
diluito. Inizialmente avevo steso i colori a olio con pennello
piatto ma il risultato non corrispondeva molto a come a
come lo sentivo. Così oltre al supporto diverso e dalla forma
insolita, mi son detta : perché non provare anche una nuova tecnica?
Devo dire che un po' mi sono anche divertita , a parte
un po' di tensione per non essere sicura di come sarebbe stato il risultato
finale.
Sinceramente l'ho trovata una bella esperienza ,
gratificante, anzi di più, mi ha infuso una particolare energia , diversa ,
un po' difficile da esprimere a parole .
Le
tonalità dei colori e il movimento dei colori corrispondono abbastanza al
bozzetto che mi ero fatta su un quaderno quella mattina appena finita la
meditazione ad occhi chiusi .
Quella è la fase più difficile perché anche se
all'inizio la cosa è abbastanza graduale , poi tutto evolve velocemente , tutto
in movimento . Appare prima un colore , poi se ne aggiungono degli altri e
sempre in movimento , ruotando intorno ad un centro molto luminoso. Altre volte
come nuvole, ognuna di un colore diverso , si susseguono
l'una all'altra come in un fotogramma sino ad unirsi quasi a semi-cerchio
attorno a un bagliore tra il giallo dorato e il bianco ...
Era da un po' di tempo che volevo tentare di dipingere
queste "visioni",che arrivano così... nello spazio degli occhi chiusi
durante una breve meditazione o durante il rilassamento Yoga-nidra che
facciamo alla fine della lezione. Non avvengono sempre , e nemmeno con colori
nitidi come in alcune di quelle che ho tentato di trasferire su carta, cercando
di ricordare più dettagli possibili.
Ivana è un’artista che sta cercando il proprio linguaggio personale, che è
in fase di evoluzione e sperimentazione. Oltre alla scuola d’arte diretta da
Cesare Vignato, la pittrice porta avanti un proprio percorso personale dove
l’arte si fa meditazione e disciplina di vita.
In Ivana traspare ancora quella vitalità pulsante che anima i bambini,
fiamma indispensabile che purtroppo molti hanno spento per sottostare al
mercato dell’arte, quella spinta che porta il pittore a commuoversi davanti al
mondo. La sua pittura ha conservato la capacità di tradurre il pensiero in
immagini, di tradurre coi colori i desideri vitali dell’uomo. Così
come alle origini di tutte le civiltà ciò che l’arte rappresenta è sempre più
importante della cosa fisica, dell’opera come oggetto materiale. Una ricerca
che non risponde a criteri puramente estetici ma evoca il mistero della vita ed
offre all’osservatore uno stimolo per guardare la realtà con occhi diversi, per
coglierne il senso profondo. Nelle opere di Ivana compare spesso la figura
dell’albero. Un forma che, oltre a caratterizzare il paesaggio vicentino, di
cui la pittrice è un’attenta osservatrice, diventa contenitore di valori
universali. L’albero è la lenta esplosione di un seme. Esso racchiude in sé
energia e lentezza.
Possiamo dire che la ricerca artistica intrapresa da Ivana Loviselli
traduce, attraverso forme e colori che profumano di meraviglia naif, le più pure
pulsioni di un pittore che ci dice, in effetti, che niente è vile o laido, che
niente è banale, piatto o insapore, a meno che non sia la visione
dell’osservatore ad essere carente.
Nulla è più difficile della semplicità e la ricerca di Ivana sembra davvero
ricordarcelo.